Domanda:
Poesia per un'audizione per entrare in un'accademia di teatro?
Violanera
2009-09-04 06:42:26 UTC
ciao, una mia amica mi ha chiesto consiglio su quale poesia potrebbe portare per l'audizione per provare ad entrare in un'accademia di teatro....

però io non sono un'appassionata di poesie.....quindi, mi consigliate voi qls?

Va bene qls genere, purchè non sia troppo difficile da impare e preparare perchè non ha molto tempo per studiarla.....


Grazie a tutti!



Violanera

ps: ve ne prego stellinate......fatelo per la mia amica!
Una risposta:
anonymous
2009-09-04 10:03:25 UTC
Io consiglio "Dall' immagine tesa" di Clemente Rebora: è una delle mie poesie preferite, non è lunghissima e si impara in qualche ora, al massimo un giorno. Se, invece, preferisce qualcosa di più giocoso va bene "Chi sono?" di Palazzeschi. Se, al contrario, è un' audizione per un ruolo tragico consiglio "Soldati" di Ungaretti o "Spenta l' identità" di Montale: queste ultime sono molto corte, non sono difficili da imparare, ma bisogna essere molto espressivi.



Se vuoi le metto di seguito.



In bocca al lupo per l'audizione! =)







"CHI SONO? "DI PALAZZESCHI



Son forse un poeta?

No, certo.

Non scrive che una parola, ben strana,

la penna dell'anima mia:

"follia".

Son dunque un pittore?

Neanche.

Non ha che un colore la tavolozza dell'anima mia:

"malinconia".

Un musico, allora?

Nemmeno.

Non c'è che una nota

Nella tastiera dell'anima mia:

"nostalgia".

Son dunque...che cosa?

Io metto una lente

Davanti al mio cuore

per farlo vedere alla gente.

Chi sono?

Il saltimbanco dell'anima mia.





"DALL'IMMAGINE TESA" DI CLEMENTE REBORA.



Dall’immagine tesa

Vigilo l'istante

Con imminenza di attesa -

E non aspetto nessuno:

Nell'ombra accesa

Spio il campanello

Che impercettibile spande

Un polline di suono -

E non aspetto nessuno:

Fra quattro mura

Stupefatte di spazio

Più che un deserto

Non aspetto nessuno:

Ma deve venire,

Verrà, se resisto

A sbocciare non visto,

Verrà d'improvviso,

Quando meno l'avverto:

Verrà quasi perdono

Di quanto fa morire,

Verrà a farmi certo

Del suo e mio tesoro,

Verrà come ristoro

Delle mie e sue pene,

Verrà, forse già viene

Il suo bisbiglio.





"SOLDATI" DI UNGARETTI

Si sta come

d'autunno

sugli alberi

le foglie





"SPENTA L'IDENTIA'" DI MONTALE

Spenta l'identità

si può essere vivi

nella neutralità

della pigna svuotata dei pinoli

e ignara che l'attende il forno.

Attenderà forse giorno dopo giorno

senza sapere di essere se stessa


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